Sciamani metropolitani

lo-sciamano-e-le-tecniche-dellestasi-libro-di-L-ZpcqiULo sciamanismo, per chi conosce un po’ il fenomeno, anche senza essere antropologo o esperto di religioni, è un’arte arcaica piuttosto complessa. Riassunta in due parole è l’arte che certi individui praticano per scendere in profondità nell’altro mondo e lì affrontare spiriti e demoni per guarire se stessi o altre persone. L’origine si perde nella notte dei tempi e, forse, può essere localizzata in Asia, mentre successivamente il fenomeno si sviluppò, oltre che nelle terre d’origine, in territorio americano, europeo e oceanico. In Africa invece di solito si parla di stregoneria poiché le modalità di azione nell’altro mondo sono diverse. In ogni caso, che si parli di sciamanismo o stregoneria, di guaritori e di trance-dances, si ha sempre a che fare con un mondo misterioso dove è stata fatta anche molta ricerca, ma si è compreso abbastanza poco. Dalle fondamentali prime pubblicazioni del grande studioso di storia delle religioni Mircea Eliade e di psicologi come Gustav Jung a oggi la conoscenza di questo argomento da parte delle persone comuni si è notevolmente allargata e approfondita. Oggi, mentre da una parte il fenomeno è in decadenza, dall’altra è diventato di moda. Nelle campagne italiane ed europee in genere in realtà il ricorso a guaritori di varia natura non è mai venuto meno. La stessa cosa avviene nelle Americhe, specie in quella del Sud. C’è chi ci crede di più e chi di meno e in realtà è difficile fare delle valutazioni sulla realtà o validità di certi sistemi se non sperimentandoli su se stessi. Anche in questo caso esiste comunque l’effetto placebo e la scienza non è ancora in grado di dare risposte precise su quanto accade realmente Carlos Castanedaper due ragioni. In primo luogo perché non possiede gli strumenti adatti per indagare in questo campo. In secondo luogo la stessa scienza rifiuta spesso per pregiudizi storici la realtà del fenomeno. Pregiudizi che, a mio modo di vedere, sono in gran parte legati al meccanismo di controllo globale. Tutto quello che sfugge a una spiegazione razionale e scientifica non è funzionale al mantenimento dello stato anestetico utile a una gestione semplice di più o meno grandi masse di popolazione. Tali fenomeni sono ancora qualcosa di molto misterioso, nonostante siano uscite moltissime pubblicazioni al riguardo e abbiano avuto enorme diffusione dalla fine degli anni ’60 i libri di Carlos Castaneda (a destra), considerato da molti antropologi ortodossi, questo va detto, un impostore. È doveroso aggiungere che un accreditato studioso del settore, Elémire Zolla, non la pensava affatto così. In ogni caso il dibattito è ancora aperto e la faccenda ha enormi implicazioni per la semplice ragione che quanto sembra accadere nel misterioso mondo di sciamani e guaritori potrebbe mettere seriamente in crisi la concezione generale della “realtà” comunemente accettata. Dico “la concezione generale” e non “la nostra concezione” perché personalmente la mia posizione non solo è di grande apertura, ma anche di estremo interesse e non mi faccio sfuggire occasione per indagare il fenomeno, mettendomi in gioco personalmente.

Il mondo magico del Brasile
In Brasile, dove mi trovo ora, il mondo magico è, per ragioni storiche e culturali, accettato con estrema naturalezza, anche se non da tutti. Basti pensare che una testimonianza del grande veggente Xico Xavier servì per scagionare una persona in tribunale da un’accusa di omicidio e per incriminare il vero assassino, poi incastrato anche da altre prove.

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Il guaritore Chico Xavier.
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Una sede delle sue cerimonie espiritas.

Per molti anni Xico Xavier aiutò moltissime persone e scrisse centinaia di libri psicografati, vendendo milioni di copie e senza mai incassare un soldo dei diritti, devoluti tutti in aiuti umanitari. Lui viveva con quasi niente. Mi sono imbattuto sia qui che in Italia come altrove in situazioni e personaggi veramente singolari, anche molto diversi e di diversa provenienza culturale. Ma una delle storie più strane mi è capitata proprio qui a Rio.
Negli anni passati ho approfondito ulteriormente il tema della malattia e della morte a causa di una serie di difficili situazioni familiari. Tempo fa incontrai a Rio uno tra i tre più potenti guaritori brasiliani. Abita tra San Paolo e Rio de Janeiro, su un’isola collegata da un ponte alla terraferma, in mezzo alla foresta e opera in ambedue le città. Veniva a Rio anche a casa di alcuni nostri familiari. Figlio di un indio e di una italiana non aveva certo l’aspetto che ci si può immaginare per un curandero. Piccolo e tracagnotto, jeans e magliette senza maniche, capelli corti neri, un po’ strabico. Sembrava la brutta copia di Maradona, con un po’ più di pancia evidentemente dovuta all’amore per la birra e il cibo. Ero stato preparato all’incontro con lui dai miei amici i quali mi avevano raccontato sue prodezze straordinarie che essi stessi avevano sperimentato sulla loro pelle. In sostanza João (nome di fantasia) operava sui corpi delle persone con le mani o con oggetti che portava in una grossa sacca semivuota che conteneva solo guanti in lattice, uno stecco di legno e un cristallo di rocca lungo circa dieci centimetri e largo due e mezzo.

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I guaritori brasiliani “operano” con le mani come i filippini.

Gli interventi erano spesso dolorosi ed era impressionante vederlo operare. Per esempio alcuni pazienti, anche gravi, li schiaffeggiava velocemente sulla schiena, come per fare una sorta di massaggio e poco dopo si spandeva nella stanza un fetore letteralmente insopportabile. Stessa cosa quando praticava dei fori nel corpo con lo stecco di legno. Ne usciva una sostanza marroncina, vischiosa e dal fetore nauseabondo. L’ho visto intervenire su molte persone. Decisi di sperimentarlo su di me. Non ho patologie gravi, ma ho sempre sofferto di emicrania e in quel periodo avevo problemi intestinali, per me non consueti, forse dovuti al forte stress creato dalla situazione che in famiglia si stava vivendo. Nelle case dove si recava operava sempre molte persone, anche contemporaneamente. Quando venne il mio turno mi fece sdraiare a torso nudo su un letto. Cercai di rilassarmi, ma avevo paura. Iniziò a operare sull’addome e poco dopo sentii un dolore assolutamente insopportabile e feci uno sforzo per non gridare. Sentivo che stava in qualche modo perforandomi la pancia con lo stecco di legno, come avevo visto fare con altri. Tutta l’operazione per fortuna non durò troppo a lungo, forse un minuto o due, che mentre ti bucano la pancia sembrano un’eternità. Quando mi disse che aveva finito mi alzai per guardare e con mia grande sorpresa vidi che non aveva usato il pezzo di legno bensì un grosso coltello da cucina col quale mi aveva aperto la pancia da parte a parte. C’era sangue, ma non moltissimo e vidi che avevo un taglio di una quindicina di centimetri che lui stava cicatrizzando semplicemente passandogli un dito sopra.

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Il samba afrobrasiliano legato alla religione Candomblé.

In pratica mi aveva aperto la pancia con un coltellaccio. Avrei potuto pensare a un trucco se non ci fossero stati, oltre al dolore insopportabile e al sangue, tre testimoni, tra i quali un avvocato e un economista ovvero persone tutto sommato scettiche e ben lungi da tali credenze. Tutti e tre mi dissero di aver visto il taglio, il sangue e le viscere. João mi avvertì di non esagerare con i movimenti nella giornata e che mi sarebbe venuto sonno. Andai a fare due passi. La cicatrice era solo una riga sottile, come un leggerissimo graffio che stava scomparendo, ma non sentivo né dolore, né alcun beneficio particolare. Nel pomeriggio crollai in un sonno profondissimo. I problemi che avevo scomparvero nei giorni successivi. Mi sottoposi alle sue cure successivamente altre volte, sia per il problema dell’emicrania che per un’altra piccola e non grave patologia che mi diagnosticò lui stesso e che riscontrai come vera, poi risolta dal suo intervento. Nessun risultato invece per il problema di emicrania col quale convivo da anni e che ho in gran parte mitigato con altri sistemi. Uno dei suoi interventi successivi su di me mi colpì parecchio, utilizzò il cristallo di quarzo. Aveva l’abitudine di “guardare” nel corpo delle persone attraverso il cristallo usandolo come una specie di piccolo cannocchiale. Ero sdraiato bocconi sul letto e lui mi scrutava la testa col cristallo.

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Cerimonia indigena a Rio.

Quando arrivò all’orecchio sinistro si fermò improvvisamente, come se avesse visto un punto interessante e diede come un colpetto in avanti come se con la punta del cristallo avesse voluto infilzare qualcosa e subito dopo sentii il cavo auricolare che si riempiva di quella sostanza maleodorante di cui sopra, la quale cominciò a sgorgare copiosamente. Feci poi una doccia, ma l’odore persistette per tutto il giorno e di nuovo, come altre volte, nel pomeriggio mi addormentai profondamente. Tutte le volte che João terminava le estenuanti sedute con gruppi di pazienti era stravolto e puzzava anche lui abbondantemente. La tensione era molto alta. Molti credono ai suoi poteri altri ritengono sia un illusionista. Personalmente, oltre ai benefici che ne ho tratto io, ho visto guarire diverse persone, anche da cancri in stadio avanzato, mentre altre no. E devo dire che quelli che ne traevano beneficio erano quelli che avevano già in partenza più fede in generale nel trascendentale. Potrebbe anche essere un prestigiatore illusionista, ma non capirei in tal caso, come fa comunque a guarire alcune persone ed operare da quasi venti anni in città dove molti lo conoscono. Oltretutto con noi si era aperto in modo particolare raccontandoci episodi della sua vita molto toccanti, che non potevano essere stati architettati per essere più credibile.

Curanderos, un fenomeno in crescita
Ma João non è il solo che ho incontrato. Nella stessa favela dove abitiamo c’è un signore di una settantina d’anni che cura la gente con erbe e preghiere. A differenza di João non si fa pagare e spesso piange al cospetto di pazienti con patologie gravi. Il Brasile pullula di personaggi del genere che io chiamo Sciamani Metropolitani poiché col crescere a dismisura delle città essi si trovano sempre di più in aree urbane piuttosto che rurali. Inoltre in città come Rio la foresta vergine arriva fin quasi al centro della metropoli e nella foresta si possono trovare erbe medicinali. Nelle favelas molti si curano così.
In un piccolo centro del Maranhao (nel nord del Paese) mi imbattei in un curandero che andava insieme ai figli, curanderos anch’essi, con l’aereo fino in Amazzonia due volte all’anno per raccogliere erbe medicinali.sciamano Il fenomeno è in crescita anche perché in Brasile non esiste la mutua come in altri paesi e al recupero delle credenze tradizionali si sommano necessità economiche. Oltretutto se non sempre, spesso i guaritori danno risultati e questo avviene di solito non solo con rituali e pratiche varie, ma anche tramite una presa di coscienza profonda da parte dei pazienti aiutati dal guaritore. Macumba e Umbanda sono fiorentissimi e, nel corso degli anni in Brasile si è creato un sincretismo religioso sorprendente che mescola spiriti amazzonici con Gesù Cristo e ricercatori mistici dell’800 e ‘900 come Frei Luis e Allan Kardec con Jemanjà e altri spiriti africani. Ma la cosa più incredibile è che tali pratiche sono fatte alla luce del sole in centri detti espiritas dove è facilissimo trovare medium, veggenti e pranoterapeuti che collaborano con medici ospedalieri e ricercatori di fisica nucleare dell’Università. Io stesso ho assistito, in uno di questi centri, a una conferenza di un astrofisico dell’Università di Curitiba che spiegava a una platea di centinaia di persone (tutte rigorosamente vestite di bianco) come l’essenza della materia, così com’è interpretata dalla fisica odierna, sia in perfetta armonia con l’idea dell’utilizzo di potenzialità psichiche per agire appunto sulla materia stessa. Ma ancora più incredibile il fatto che una delle prime sostenitrici dei centri espiritas fu proprio la moglie di un ministro della Sanità.

I centri espiritas: guarigioni e incontri con gli spiriti
I centri espiritas sono frequentatissimi tutti i giorni da un sacco di gente. Pullulano di giovani, adulti e vecchi che vanno lì per pregare, incontrare maestri, passare una giornata (c’è anche il ristorante), farsi vedere da medici, incontrare spiritisti o medium in trance, posseduti da spiriti della terra, della foresta o del mare. Il giorno che sono stato lì, con un folto gruppo di persone sono entrato in un grande salone dove veniva fatta un’anamnesi personale a ognuno.

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Ritratto di Allan Kardec, considerato il padre dello spiritismo.

I medici (ospedalieri molto seri, che sono contemporaneamente anche medium in grado di entrare in contatto, si dice, con spiriti di grandi medici defunti) cercano una prima via risolutiva alla patologia per via farmacologica. Se non “sentono” nulla – come per esempio nel mio caso – ti spediscono da un pranoterapeuta che ti “carica” di energia positiva, seguito da un’infermiera che ti da un bicchiere d’acqua da bere. Dopo di che inizia una lunga attesa per incontrare un medium in trance che potrà a sua volta “sentire” la tua malattia e la relativa soluzione. Il tutto avviene in un ambiente avvolto nella semioscurità, piena di spiritisti e medium attorno a un tavolo e sparsi nella sala, con una sola fioca luce rossa.Ovviamente una simile scenografia parrebbe essere una pagliacciata per spillare soldi, ma non costa nulla. Senza dubbio scatta il meccanismo delle donazioni, ma d’altra parte personalmente ho avuto una sensazione generalmente positiva frequentando quel luogo. Qualsiasi cosa succeda lì la fede delle persone è reale e sia medici che medium, sia astrofisici che veggenti paiono in perfetta buona fede nel fare quello che fanno. Sarebbe troppo facile liquidarlo come una panzana, se non altro perché si tratta di un fenomeno gigantesco di vasta portata sociale. In Italia Striscia la Notizia e le Iene senza dubbio offrono un servizio interessante contro le (numerose) frodi. Ma è antiscientifico, qualunquista e contro l’informazione attaccare sempre senza peritarsi di andare a maggiore profondità. Insieme alla gramigna dei veri farabutti potrebbe succedere di strappare piante buone.  Anche il Cicap sembra che, anziché “controllare” le affermazioni sul paranormale come dovrebbe fare, si preoccupa di denigrare qualsiasi fenomeno di questo tipo.

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Brasilia. La sede della Federazione Espirita.

Al contrario sempre in Brasile è perfettamente legale il culto dell’Ayahuasca, un potente allucinogeno che si assume bevendolo ed è una mistura di diverse erbe psicotrope che si trovano nella foresta. Non è che ci si trovino solo sballoni con i dreadlocks e i jeans strappati, partecipano anche intere famigliole medio e alto borghesi. E non è che questo significhi che va bene farsi di allucinogeni, ma evidentemente non è condannando e reprimendo il fenomeno che si riesce a capire cosa porta le persone a cercare di modificare lo stato di coscienza. A tutto ciò si affiancano le chiese dell’ultimo giorno e pentecostali. Senza contare le nuove religioni di cui paesi come ad esempio Brasile e Nigeria sono delle fucine, ma questa è un’altra faccenda, molto complessa.

Nuove tendenze e recupero antiche tradizioni
Purtroppo in occidente la reazione istituzionale a questo variegato insieme di fenomeni oscilla spesso tra il disinteresse e la condanna. È verissimo che dovunque, e a maggior ragione in questo settore, è pieno di ciarlatani o di manipolatori. D’altra parte potremmo mettere la mano sul fuoco per esempio per tutti i medici e gli avvocati? Quanta gente muore di cancro negli ospedali? Quante volte si è scoperto che le case farmaceutiche badano al business anziché alla salute? Se ci fossero duecento poliziotti corrotti in un paese direste che sono corrotte tutte le forze dell’ordine? Non dico che queste pratiche mistiche o pseudo tali siano giuste, buone e valide sempre. Ma raramente viene affrontato il tema pacatamente, proprio per capire con che cosa si ha a che fare o se non altro per capire qualcosa di più del mondo in cui viviamo, anche solo sul piano psicosociale.

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Una cerimonia della macumba.

Evidentemente ci troviamo di fronte da una parte al bisogno di recupero di antiche tradizioni, dall’altra allo svilupparsi di nuove tendenze nei modi di affrontare la realtà. D’altra parte tutti sanno che recentemente l’atteggiamento generale ha iniziato a cambiare radicalmente. Tempo fa parlai con uno psiconeurologo dell’Università di Torino che stava organizzando una spedizione in Australia tra gli aborigeni per studiare il fenomeno dell’effetto “nocebo”, ovvero l’opposto del placebo. In sostanza secondo la neurologia come una persona può guarire con acqua fresca semplicemente credendo che contenga una medicina, può morire per lo sguardo malevolo di uno stregone credendo che questi possa uccidere. Ebbene questo è esattamente ciò che accade tra gli aborigeni. E non solo lì, aggiungerei io, visto che ho sperimentato sulla mia pelle effetti simili in Nigeria. Ma in realtà l’approfondimento del tema del mistero in generale è strettamente legato a quello del mistero dei misteri: la morte. La mia sensazione (del tutto personale), quando mi sono imbattuto nelle esperienze che ho descritto prima ed altre precedenti, era di aver a che fare con persone che, in un modo o nell’altro, tentassero di affrontare il mistero. E facendo così, in qualche modo, cercavano di affrontare, in ultima analisi, la morte. Anziché catalogarle come esperienze illusorie mi sono ogni volta sembrate invece al contrario un tentativo vero di squarciare il velo dell’illusione, per arrivare subito al nocciolo. Forse quello che cercavano di fare un tempo gli antichi sciamani di steppe e foreste e oggi gli sciamani delle città o altre persone che tentano strade diverse, non era vincere la morte, bensì accettarla, viverla, affrontarla, non temerla. In poche parole tentare di riuscire ad amare la meraviglia della vita insieme a quella della morte, abbandonandosi, con o senza paura non importa, all’inesorabile sciogliersi della vita nel mistero della morte e viceversa, per ritornare sempre alla vita. Ma persone che facessero così non farebbero affatto comodo a chi ha come obbiettivo quello di mantenere tranquillo e redditizio un sistema. Chi potrebbe usare, ricattare o manipolare persone che sapessero fare propria l’eternità vedendo che, come dice Castaneda, “è così che vita e morte si mescolano e si espandono?”

Quasi tutte le foto sono di Mauro Villone

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