regia di Neill Blomkamp
Cast: Matt Damon, Jodie Foster, Sharito Copley, Alice Braga
giudizio: **
Los Angeles 2154. L’umanità è divisa drammaticamente in due: i ricchi sono andati a vivere sulla stazione spaziale Elysium, un piccolo paradiso pieno di verde, dove trionfa il benessere (le ville che si vedono sono quelle di Beverly Hills) e l’assoluta indifferenza per chi non ce la fa. Qui esistono strumenti che guariscono da ogni malattia, ambiti dai malati senza speranza rimasti sul pianeta, a cui è però proibito l’accesso. Sulla Terra, che è ormai un cumulo di macerie, sono rimasti i poveri, i disperati, operai, pezzenti e criminali, controllati da robot violenti che ricordano tanto i militari delle dittature. Un giorno un operaio, Max (Matt Damon), rimane vittima di un grave incidente e gli rimangono cinque giorni di vita. L’unica speranza di sopravvivere è andare su Elisyum, per raggiungere una delle macchine che rigenerano: se riuscisse, potrebbe salvare anche altre vite. Per raggiungere il suo scopo si accorda con dei criminali, ma viene spietatamente ostacolato da un killer psicopatico (Sharito Copley), inviatogli dal potente Segretario di Elysium (Jodie Foster), che vuole impadronirsi del potere totale.
Più che un film di fantascienza, Elisyum vorrebbe essere un’opera di denuncia sociale, contro un gap che viviamo già sul nostro pianeta, la divisione tra i ricchi sempre più ricchi e i poveri sempre più poveri cui non è concessa nessuna speranza: non è un caso che il film sia stato girato nelle baraccopoli del Messico (ma avrebbe potuto essere girato negli slum indiani, in Afghanistan o in altri Paesi disastrati). Solo i ricchi possono curarsi, come accade negli Stati Uniti, dove solo chi paga la mutua ha diritto all’intervento sanitario. Tuttavia, il sostegno del regista alla lotta proletaria non è convincente. E il film, pur avendo un buon ritmo che lascia spesso senza fiato, è eccessivamente violento e quasi banale.
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